Bologna (Martedì, 25 Marzo 2025) — È scattata l’operazione “On Air” della Direzione Investigativa Antimafia, in collaborazione con la Guardia di Finanza e i Carabinieri. L’operazione, che ha già portato a oltre 70 perquisizioni e al sequestro di più di 2 milioni di euro, prende il nome dal termine radiofonico utilizzato dagli indagati per comunicare il momento ideale per emettere e pagare le fatture incriminate.
di Giovanni Fuligna
I sospetti sono emersi in seguito a una segnalazione di riciclaggio di denaro effettuata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. L’operazione, condotta dalla DIA con il supporto della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti bancari e pedinamenti.
Il blitz ha interessato principalmente le città di Modena e Bologna, coinvolgendo anche il comune di San Giovanni in Persiceto, oltre a Roma, Napoli e Caserta. Le indagini riguardano il periodo della pandemia.
Nove società fittizie venivano utilizzate per emettere fatture false, poi usate da compagnie edili per evadere le tasse. Alcuni individui, chiamati “cavalli”, avevano il compito di prelevare dai bancomat il denaro versato dalle aziende, restituendone il 90% e trattenendo il restante 10% come compenso.
Sono state emesse 10 misure cautelari nei confronti degli indagati, accusati di far parte della stessa associazione a delinquere. Quattro persone sono agli arresti domiciliari, cinque soggette all’obbligo di dimora e una sospesa dal pubblico servizio, avendo usato la propria posizione per fornire supporto tecnico-finanziario. Gli indagati complessivi sono 27.
Le verifiche hanno preso spunto dall’attenzione verso soggetti legati alla criminalità organizzata. Questi non fanno però parte dell’indagine, e l’aggravante mafiosa non è stata attribuita all’associazione, i cui membri rispondono di riciclaggio, intestazione fittizia e emissione di fatture false. Tra loro ci sono persone con precedenti penali e altre incensurate. Il presunto capo dell’organizzazione è un 59enne bolognese, già emerso in precedenti inchieste da cui è risultato innocente. A lui sono riconducibili quattro delle nove società fittizie coinvolte, cinque delle quali sono state sequestrate, mentre le altre risultano già in liquidazione.
Le attività illecite, iniziate durante il periodo del Covid, sarebbero continuate anche successivamente, portando all’emissione di misure cautelari e sequestri. Ulteriori dettagli emergeranno con il proseguire delle indagini.
Tag: Carabinieri, evasione, Finanza, operazione Last modified: Marzo 25, 2025